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I fan di Harry Potter concordano davvero su pochissimi argomenti, ma uno di questi è senz’altro la caratterizzazione a tutto tondo di ogni personaggio. Probabilmente è per questo motivo che siamo così affezionati alla Cerimonia dello Smistamento, perché assegnare una Casa non è semplicemente scegliere un colore o un personaggio preferito e schierarsi dalla loro parte, bensì si tratta di tuffarsi a capofitto in un’analisi psicologica e comportamentale senza fine dei protagonisti (e di noi stessi).
Questo è quello che facciamo noi quando ci troviamo a Smistare personaggi che non hanno nulla a che vedere con il Mondo della Magia e proprio da questa costante ed infinita analisi è nata l’idea di fare un passo indietro e riservare ai personaggi originali lo stesso trattamento che riserviamo ad altri fandom.
Tra contraddizioni e conferme, abbiamo selezionato quattro personaggi che a nostro avviso incarnano alla perfezione ogni singolo valore della loro Casa di appartenenza.

Nel corso di ben sette libri, J.K. Rowling non si è mai davvero premurata di donare alla casa di Tassorosso lo stesso spessore e la stessa importanza riservata alle altre Case.
Certo, tutti abbiamo amato Cedric… dopo circa quindici capitoli di apparente arroganza ed una leggera forma di presupposta deficienza mentale (“Fatti un bagno!”, Cedric? Davvero? Sei stato in apnea così tanto da annacquarti il cervello?). Persino io, auto-smistatami in Tassorosso a 12 anni, inizialmente ho avuto i miei dubbi su questo ragazzo. E proprio quando cominciavo ad apprezzarne il valore….boom! Avada Kedavra e poof! La lente si sposta nuovamente su Grifondoro e grazie tante.

Per non parlare degli altri rari elementi Puff sparsi nella storia: Ernie “Soltanto il nome trasuda orticaria” McMillan; Hannah “Chi?” Abbott; Zacharias “Manate sonore in faccia” Smith. Tutti evidentemente smistati in Tassorosso semplicemente perché non li voleva nessun altro, mentre la cara Tosca riservava il beneficio del dubbio alla qualunque. Grazie mille, Tosca! Metodo geniale per testare la nostra pazienza.*
Insomma, la superficialità che ha circondato questa Casa per l’intera durata della saga ha inevitabilmente portato i “Babbani” ad etichettarla come il rifugio di noiosi push-over, soggetti a cui si può fare un po’ tutto senza temere contrattacchi, qualcuno che annuirà sempre come gli asini, una decorazione sulla parete di una stanza inutilizzata; i valori che ci contraddistinguono, interamente fraintesi: la pazienza è diventata mancanza di personalità; la lealtà, un pass-par-tout ad approfittarsi di noi; il duro lavoro, sinonimo di non godersi la vita; la gentilezza, stupidità.
E poi è arrivato Eddie Redmayne a zittire tutti, interpretando – probabilmente senza nemmeno troppi sforzi – un personaggio che è semplicemente la quintessenza di Tassorosso.

La gentilezza di Newt Scamander è innegabile, senz’altro il tratto che per primo colpisce quando l’osserviamo compiere qualsiasi azione.
Il motivo per cui affronta una traversata oceanica in primo luogo è riportare Frank nel suo habitat naturale, dopo averlo salvato dalle catene letterali del contrabbando. Newt ama Frank, come ama tutte le sue creature (il suo Snaso deve prosciugarlo di tutte le energie, ma quanta tenerezza negli occhi di Newt quando deve sottrargli fino all’ultimo tesoro rubato facendogli il solletico), tuttavia lui sa che Frank non è destinato a planare in una valigia, sebbene tale consapevolezza punga il cuore.

E certo, è facile essere gentili quando si tiene a qualcuno o qualcosa, ma un vero Tassorosso si sforza di essere gentile anche affrontando ciò che non è immediatamente una priorità: quando Tina e Queenie gli aprono le porte di casa, tutto ciò che interessa a Newt è uscire senza troppi convenevoli per riportare al sicuro le sue creature. Ma sarebbe maleducato, perciò si appella alla sua pazienza, rimane a cena e finge di essere pronto per la notte, come se avesse accettato di buon grado l’ospitalità delle ragazze. Avrebbe potuto ignorare la loro premura…in fondo chi sono Tina e Queenie per lui? Invece non lo fa. E anche dopo essersi guadagnato la fiducia della donna che voleva solo consegnarlo alle autorità, entra in punta di piedi nelle conversazioni più delicate: “You can tell me to mind my own business…”**, l’avverte prima di chiederle cosa la leghi a Credence. E quando viene trascinato via da una cella per affrontare un interrogatorio – occasione in cui un briciolo di egoismo sarebbe del tutto giustificato – il suo pensiero va al Babbano che a malapena conosce: “It was good to make your acquaintance, Jacob, and I hope you get your bakery.”.
Proprio attraverso il suo rapporto con Jacob spicca un altro tratto fondamentale di Tassorosso, altrettanto prepotente nella personalità di Newt: l’onestà, verso gli altri e se stesso.
“Jacob…venire morso da un animale fantastico non ti farà bene, potresti avere il sedere in fiamme nel giro di pochi minuti. A proposito, indossa quest’armatura poiché in quanto Babbano potresti ridurti in briciole e – va da sé- morire. Ciò nonostante, sei una bella persona e il mondo intero lo vede.”.

Inutile specificare che l’animo altrettanto dolce di Jacob spinge quest’ultimo a cercare di contraccambiare: “I’m sure people like you, too.” Tuttavia Newt possiede una profonda consapevolezza del proprio essere: “No, not really. I annoy people.” Una constatazione schietta, priva di rimorso. Perché perdere tempo ad addolcire la realtà? La realtà può essere dolce in altre maniere, il mondo là fuori è dolce se lo si sa guardare, non è necessario mentire e Newt lo sa.
Questo non significa che egli non menta proprio mai, ne è perfettamente in grado, ma sceglie di non farlo a meno che qualcuno non glielo chieda, a meno che non debba proteggere qualcuno, non importa quanto importante esso sia.
Pochi minuti dopo averla incontrata, Tina lo implora tacitamente di non confessare ad Abernathy perché i due si siano trovati ad interrompere un importantissimo meeting di Auror. Lui non è a conoscenza dei guai professionali della ragazza, ma sa benissimo che lei lo consegnerebbe al Macusa senza pensarci due volte, se solo il Macusa ascoltasse. Eppure decide di aiutarla senza chiedere o chiedersi perché.
E se in quel momento Tina gli affida la sua già traballante reputazione perché non ha altra scelta, molto presto gli affiderà cose ben più importanti e lo farà consapevolmente, perché per qualche sconosciuta ragione quell’uomo dal fare impacciato ispira più fiducia di qualsiasi altra persona che lei abbia mai conosciuto.

“Tell me, has anyone ever believed you when you told them not to worry?”.
Newt non risponde mai davvero a quella domanda, ma in cuor nostro non ci serve sentire la risposta: lui ci salverebbe, come salva Tina dall’esecuzione, come vorrebbe salvare Credence da se stesso. Ed è proprio questo il bello: Newt è leale ai suoi amici, ma non soltanto a loro. Proprio come la Fondatrice della sua Casa, si assicura di cercare il buono in tutti. Quelle creature che il mondo perseguita e bandisce, lui preferisce studiarle per capirle…animali o umani che siano. Prende appunti sui Demiguise e gli Occamy per saper prendersene cura, come scruta Jacob interagire con il prossimo al fine di capire che tipo di persona sia davvero. Ed è uno studio che non ha fine, ma che lui porta avanti con costanza e meticolosità (appena liberatosi di Tina, Newt salta immediatamente dentro la sua valigia per svolgere le quotidiani mansioni da zoologo), perché per quanto il duro lavoro spaventi molti, per un Tassorosso è l’unica soddisfacente via da imboccare.

Ed infine la lealtà, il valore che mi è personalmente più caro.
Questa sceneggiatura celebra la lealtà gloriosamente in ogni singola relazione descritta: quando Tina viene condannata a morte, Newt implora Graves di risparmiarla anche se lei è il motivo per cui gli sono stati sottratti i suoi animali; quando Gnarlak li vende al Macusa, prima ancora di fuggire, la priorità di Newt è ritrovare Pickett e portarlo con sé; e sebbene ancora non si conoscano gli esatti colori del suo rapporto con Leta Lestrange, lui non si lascia mai sfuggire parole maligne su quella che senz’altro è stata un pezzo importante del suo cuore in passato e che ora è così lontana da lui. Perché la vera lealtà non si lascia scalfire nemmeno dalle delusioni più profonde.
Newt Scamander ha acceso un faro sulla bellezza della casa più ignorata della saga e la speranza è che nello svolgimento delle sue avventure continui a far capire quanto altrettanto magnifici e complicati siano i valori di Tassorosso, quanto può essere estenuante schierarsi con una causa o una persona che reputiamo giusta nonostante nessun altro la supporti, quanto talvolta essere Tassorosso significhi andare contro se stessi (anche noi attraversiamo momenti in cui vorremmo soltanto…Pietrificare qualcuno e ringraziate il cielo per la nostra pazienza), ma anche quanto gratificante sia essere riconosciuti per nient’altro che il proprio cuore.
* non abbiamo dimenticato Tonks, ma il fatto che nei libri non venga mai citata la sua casa di appartenenza, non ha mai fatto realizzare realmente ai “babbani” che essa fosse una Tassorosso! Be’, invece lo era… e noi ne siamo fieri!
** abbiamo deciso di lasciare le citazioni in inglese perché tratte direttamente dallo screenplay Fantastic Beasts and where to find them.
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