a cura di laurasoretta
“Ah, un altro Weasley… so esattamente cosa fare con te: GRIFONDORO!”
Ammettiamolo. Quando ci ritroviamo a dover smistare un personaggio con i capelli rossi, automaticamente (e scherzosamente) il nostro istinto è quello di urlare “GRIFONDORO!”.
Chiaramente, non smisteremmo mai un personaggio per il solo colore dei capelli, ma da potteriani doc, non possiamo non pensare subito alla famiglia Weasley.
Com’è noto, Arthur e Molly Weasley erano due studenti dai capelli rossi che si sono conosciuti e innamorati ad Hogwarts, dove appartenevano entrambi alla Casa di Grifondoro. Da allora, hanno dato il via ad una sfilza di ragazzini, tutti rossi e tutti smistati nella stessa Casa dei genitori: Bill, Charlie, Percy, Fred, George, Ron e Ginny, seppur con le loro differenti personalità, sono tutti indiscutibilmente dei Grifondoro.
D’altronde, Godric Grifondoro stesso era fulvo ed il colore dei suoi capelli rispecchiava appieno anche la sua personalità: valoroso e audace, egli racchiude e rappresenta tutta la nobiltà dei buoni sentimenti.
Ramato era anche Albus Silente, scelto da noi come maggiore esponente di Grifondoro, nelle nostre analisi dei personaggi più rappresentativi di ogni Casa.
Sfogliando l’album dei protagonisti di altre serie da noi smistati in Grifondoro, ci siamo accorti quanto effettivamente, nella caratterizzazione generale di un personaggio, molto spesso il colore rosso dei capelli sia effettivamente rappresentativo di quei tratti della personalità che ben si addicono alla Casa rossa e oro.
Molti personaggi, infatti, non vengono rappresentati con rutilismo per caso, ma perché quel colore vuole simboleggiare qualcosa di più.
La simbologia dei capelli rossi è – fortunatamente – mutata nel tempo. In epoca medievale, il capello rosso veniva associato alle streghe o a creature spaventose come lupi mannari e vampiri.
Anche nei secoli successivi ritroviamo spesso dei riferimenti letterari ed artistici a preconcetti tutt’altro che positivi sulle persone con i capelli rossi, primo tra tutti – un esempio tutto italiano – il Rosso Malpelo di Verga che, raccogliendo i pregiudizi di una Sicilia povera del XIX secolo, associa il colore dei capelli del ragazzo al male.
Spesso al capello rosso viene anche associato un temperamento sanguigno e particolarmente diffusa è anche l’associazione del colore dei capelli alla passione, al desiderio, alla sensualità. Tra gli esempi più rappresentativi di quest’accezione, abbiamo Maria Maddalena, rappresentata spesso nei dipinti con i capelli di colore rosso, per simboleggiarne la sua natura lussuriosa.
Mary Magdalene in a Grotto – Jules Joseph Lefebvre, 1876
Col tempo, però, la passione infuocata associata al capello rosso, sembra aver abbandonato quell’accezione sensuale (e sessuale), per dare maggiore spazio ad un concetto di passione dell’anima. Spesso viene rappresentato con i capelli rossi quel personaggio – soprattutto di sesso femminile – determinato, che non si ferma davanti a nulla, a volte è ribelle, a volte è una prescelta, un’eroina, che farebbe crollare il cielo in terra pur di salvare qualcuno che ama, che si batte per una causa o un ideale, mantenendo sempre alto il livello di moralità.
Ed è proprio questo il concetto che si rifà a Grifondoro, al rosso dei capelli del suo fondatore, alla sua grandezza e alla sua fierezza, che ha voluto tramandare alla sua Casa e che ricercava negli studenti ad essa appartenenti.
Iniziamo subito la nostra analisi dei personaggi dai capelli rossi (da noi) smistati in Grifondoro, partendo da tre principesse Disney: Ariel, Merida e Anna.
Tutte e tre, in modi diversi, creano un punto di rottura molto importante nel classico racconto fiabesco e principesco, mettendo in evidenza determinazione e coraggio. Ariel è la prima principessa ribelle che, in contrasto con le sue antenate Biancaneve, Cenerentola e Aurora, non aspetta di essere salvata dal “principe azzurro”, ma sogna una vita diversa e fa di tutto per conquistarsela. Merida, d’altro canto – la ribelle e impavida per eccellenza – rompe uno schema importantissimo, opponendosi al matrimonio e lottando per la sua mano e la sua libertà. Anna, invece, nonostante sogni ingenuamente di trovare un principe azzurro, ci avvicina ad un concetto d’amore molto diverso da quello visto fino a quel momento nelle favole disneyane: l’amore tra sorelle. Il vero amore che riuscirà a salvarla, infatti, non sarà dato dal bacio del principe (che si rivela essere in realtà l’antagonista), ma dall’amore per e di sua sorella Elsa.
Passiamo adesso ad un personaggio i cui capelli rossi sono al centro di una romantica poesia a lei dedicata:
Brace d’inverno/i capelli tuoi/dove il mio cuore brucia
Esatto, parliamo proprio di Beverly Marsh, unica protagonista femminile di IT. In questo haiku scritto dal giovane Ben Hanscom, è racchiuso tutto il sentimento che Bev scatena in lui. I capelli rossi sono paragonati al fuoco, che provocano nel ragazzo un sentimento che gli scalda il cuore.
Ma è forse nella versione originale che comprendiamo ancora di più il suo sentimento:
Your hair is winter fire,/January embers./My heart burns there, too
Da qui capiamo che la metafora dei capelli rossi è tutt’altro che banale. I suoi capelli, è vero, sono fuoco che scatena la passione, ma quando arriva Gennaio ed il fuoco non è più vivo ed ardono soltanto le braci, il cuore di Ben brucia ancora, perché il suo è un amore sincero e profondo, che va oltre le impressioni più superficiali dell’apparenza.
In netto contrasto con questo sentimento, Stephen King pone invece Tom, il marito di Beverly. Nella primissima scena in cui ci viene presentato, si capisce subito la brutale considerazione che ha della moglie. I suoi capelli, infatti, “color rosso cupo che le scendono sulla camicia da notte in onde naturali”, vengono subito definiti “capelli da puttana”. Per l’intero capitolo, l’immagine dei capelli rossi viene ripetuta come un elemento che attrae l’uomo e, contemporaneamente, scatena in lui sentimenti violenti.
Ma nonostante il marito la reputi una donna debole ed approfitti costantemente di quest’apparente fragilità, Beverly è in realtà uno dei personaggi più coraggiosi scritti da King, considerata un simbolo del femminismo. La vita la mette di fronte a delle difficoltà che con grande forza, alla fine, riesce a superare ed è colei che – in una delle scene più controverse del romanzo – affronta il passaggio all’età adulta con grande determinazione, offrendo all’intero gruppo la possibilità di crescere ed uscire dalla caverna.
Bev ci ricollega anche ad un altro protagonista di IT ed unico ragazzo di quest’analisi, Bill Denbrough. Nonostante nella mini serie e nel film, i suoi capelli passino da un biondo scuro ad un castano con delle impercettibili sfumature di rosso visibili solo al sole – Bill, nei libri, ha i capelli rossi. Il suo colore non è messo in evidenza come quello di Beverly, ma il suo personaggio racchiude sicuramente tutti quei valori di eroismo, coraggio, leadership e nobiltà d’animo cari alla Casa di Grifondoro. Un ragazzo balbuziente, bullizzato e quasi dimenticato dai suoi genitori a causa del trauma che ha investito la loro famiglia, trova un impareggiabile coraggio per affrontare un mostro più grande di lui, batterlo e vendicare la morte del fratello.
Un altro personaggio dai capelli rossi che vogliamo approfondire è Sora Takenouchi dell’anime Digimon.
Il valore che la rappresenta è quello dell’amore, e non parliamo di un banale sentimento da teen drama che le divide il cuore tra Tai e Matt, ma di qualcosa di molto più profondo.
Cresciuta con una madre severa ed un padre distante, Sora è convinta di non aver ricevuto abbastanza affetto per riuscire a provare amore. Non è abituata a ricevere delle attenzioni e ad avere qualcuno che la protegga, per questo il suo primo approccio con Biyomon non è tra i migliori, perché quasi non sopporta l’affetto e l’entusiasmo che il Digimon le dimostra costantemente. Quando scopre il significato della sua digipietra, si arrabbia perché crede che questa non la rappresenti affatto e decide di allontanarsi dagli amici per riflettere. Ma prevale in lei l’istinto di non abbandonarli e di essere sempre lì per loro, per aiutarli di nascosto.
Sora è, in realtà, “piena d’amore – come le dice Garudamon, subito dopo la prima superdigievoluzione. Le ali infuocate, arma del suo Digimon, sono la rappresentazione perfetta di quella fiamma che arde nel suo cuore, così piena d’amore ed altruismo disinteressato, che quasi non riesce a tenere sotto controllo.
Nonostante il suo altruismo la ponga quasi al limitare della Casa di Tassorosso, l’animo nobile e passionale di Sora, farebbe sicuramente breccia nel cuore di Godric Grifondoro.
È il punto di riferimento di tutti, è coraggiosa ed è sempre pronta a mettere da parte se stessa, pur di aiutare gli altri:
“Non ho mai capito come ti senti, Sora. Ti impicci sempre degli affari degli altri, ma non badi mai ai tuoi problemi e non ne parli. Beh, forse è questo che ti rende una persona speciale”. – Taichi
“Per favore, prenditi più cura di te stessa. È impossibile, eh? Ma è questo uno dei tuoi lati più belli” – Biyomon
Così come fondamentale è il momento della superdigievoluzione di Garudamon, in Digimon Adventure, anche la megadigievoluzione di Houomon in Tri, è un momento essenziale per capire la natura da Grifondoro di Sora. A lei non importa di essere un semplice essere umano e non digitale, non le importa di dover fronteggiare Gennai con un paio di pietre, non le importa di dover sfidare Machinedramon a mani nude: Sora dimostra di poter affrontare i pericoli più estremi pur di salvare le persone (o i Digimon) che ama.
Ed un’altra che affronterebbe qualsiasi cosa per le persone che ama è sicuramente Clary Fairchild di Shadowhunters.
“Capelli color carota e una faccia piena di lentiggini”, Clary è Grifondoro praticamente sotto ogni punto di vista. È testarda ed impulsiva e ha la tendenza a buttarsi in ogni battaglia, anche se questa non le appartiene. Quando al Pandemonium segue con lo sguardo il ragazzo con i capelli blu e si accorge dei ragazzi minacciosi e armati di coltello che gli sono dietro, decide anche lei di buttarsi nella mischia, perché “non si può andare in giro a uccidere le persone”!
Per non parlare di quello che è pronta a fare per le persone che ama: per Simon, per sua madre, per Jace, affronta un mondo totalmente nuovo per lei, non si fa intimorire dai vampiri, né da Valentine o da Jonathan. Deve lottare, deve salvarli, deve provarci anche a costo di andare oltre i suoi limiti.
“Gli eroi non sempre sono quelli che vincono. Sono quelli che perdono, a volte. Però continuano a combattere, continuano a provarci. Non si arrendono. Ed è questo che fa di loro degli eroi.”
Clary inizialmente non ha la consapevolezza della sua forza e del suo valore. Agisce d’istinto, con tutta l’anima, ed è proprio questa sua sicurezza che induce gli altri a seguirla, inevitabilmente.
Non è neanche consapevole della sua bellezza ed è proprio questo velo di ingenuità a renderla speciale ed attraente persino agli occhi di un narcisista come Jace:
“Clary stringeva in mano il suo album da disegno e i capelli rossi le sfuggivano dalle trecce. Jace si appoggiò allo stipite della porta ignorando la botta di adrenalina prodotta dalla vista di lei. Si chiese perché, e non era la prima volta. Isabelle usava la sua bellezza allo stesso modo della sua frusta, ma Clary non sapeva nemmeno di essere bella. Forse era proprio quella la ragione.”
Ma l’elenco delle impavide e determinate Grifondoro dai capelli ramati non finisce certo qui.
Come non citare, infatti, Lady Catelyn Stark ed il suo incondizionato amore per la famiglia, che la spinge a scelte esasperate, strategiche, a volte discutibili, ma sempre mirate a proteggere le persone che ama.
C’è poi Daphne Bridgerton, il “diamante” della stagione, con il suo impeccabile portamento che conquista tutti, persino l’imperturbabile Regina, e con quel suo ideale (rivoluzionario per la società di cui fa parte) di meritare un matrimonio fondato sull’amore.
In modo simile a Beverly, Max Mayfield non si fa certo lasciare indietro soltanto perché è una ragazza. Decisa a mantenere quell’armatura di scortesia, che si è costruita come protezione personale, Max in realtà non riesce a nascondere il desiderio – ben più profondo – di far parte di quel gruppo di simpatici nerd. È lei che insegna ad El come non farsi prendere in giro dai ragazzi ed è sempre lei che litiga con Mike perché crede che El sia in grado di prendere le sue decisioni da sola, senza l’influenza di nessuno, tanto meno del suo fidanzato.
Chi non accetta di essere messa da parte dal gruppo o di ricevere attenzioni diverse soltanto perché è una donna, è anche Rachel McGuire, con il suo caschetto rosso ed una statura che non passa di certo inosservata.
Naturalmente – forse è superfluo specificarlo – non tutti i personaggi dai capelli rossi sono stati smistati da noi in Grifondoro.
C’è un discreto numero (anche se minore) di rossi anche nelle altre Case di Hogwarts, ma nella maggior parte di questi casi, ci sentiamo di dire che il colore dei capelli può essere considerato un mero fatto estetico – a volte casuale – senza simbologie nascoste o relative agli aspetti della loro personalità.
Che differenza farebbe, infatti, se Penelope, Misty o Nami avessero i capelli biondi invece che rossi? Probabilmente nessuna.
Un interessante analisi potrebbe essere fatta su Willow e Oz, rifacendosi alle credenze medievali in merito a streghe e licantropi, ma nella realtà ci risulta difficile capire quanto il colore dei capelli dei loro personaggi sia determinato in realtà dalla scelta di casting di Alyson Hannigan e Seth Green. Stesso discorso in merito alla scelta degli attori può essere fatta per Barb o per Mitchell.
Probabilmente, maggiormente significative per il personaggio sono, invece, le chiome ramate di Beth, Zelina e persino di Sansa. Ma l’impatto visivo che i loro capelli intendono suscitare nel pubblico aprirebbe strade diverse e fin troppo specifiche e particolareggiate per ciascuna di loro, che si allontanerebbero dalla tesi più simbolica e collettiva su cui si concentra questo articolo.
BELLO!
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