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The Falcon and the Winter Soldier è una serie tv americana del 2021, creata da Malcolm Spellman e diretta da Kari Skogland. Ambientata nel Marvel Cinematic Universe, si svolge dopo gli eventi del film Avengers: Endgame, ed è la seconda serie tv della Fase Quattro, dopo WandaVision.
Un nuovo film di Capitan America è in sviluppo come sequel della serie.

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Samuel Thomas Wilson (Falcon/Capitan America): Grifondoro

Sam nasce in una famiglia Babbana, ma non diventa mai vittima dell’inadeguatezza che potrebbe provare nell’arrivare ad Hogwarts. È un ragazzo più riflessivo di molti della sua Casa, per questo lega da subito con i suoi compagni Tassorosso, ma ha anche un lato sarcastico e avventuroso che lo mette a suo agio nella sua stessa Sala Comune. Non ha idea di cosa sia il Quidditch, ma sin dalla prima lezione di volo risulta evidente il suo talento. Compiaciuto di aver scoperto questa dote già alla prima settimana di lezioni, passa tutto il primo anno ad allenarsi per poter entrare nella squadra di Grifondoro appena possibile.

Perché Grifondoro? Sam dimostra un’incrollabile lealtà e un fortissimo senso di protezione verso amici e famiglia: abbandona la carriera militare dopo aver perso il suo migliore amico poiché senza di lui non riesce a ritrovare la motivazione e si dedica ad aiutare altri veterani a combattere il disturbo da stress post-traumatico; è legato alla sorella Sarah al punto di diventare praticamente una figura paterna per i nipoti e trova sempre il tempo di tornare ad assicurarsi che stiano bene, tra una missione e un’altra; si schiera con Steve riguardo agli Accordi e si fida ciecamente di Bucky proprio perché nutre piena fiducia in Steve stesso. Come lui, Sam sa ascoltare ma sa anche comunicare: prima del brutale intervento di John Walker, riesce quasi a far abbassare la guardia a Karli soltanto parlandole ed è a lui che Bucky confessa la paura di non essersi liberato totalmente del Soldato d’Inverno dentro di lui. Un perfetto Tassorosso, soprattutto se si considera che Sam abbia ceduto lo scudo a sua volta per timore che il colore della sua pelle non lo rendesse adeguato. Tuttavia sono altrettanto innegabili la sua testardaggine e la sua spavalderia. Sam è famoso per la sua compiaciuta ironia, per i suoi moderati ma diretti insulti sia ai nemici che combatte, sia agli amici che lo infastidiscono: dal primo minuto in cui entra in scena (l’iconico “A sinistra”) diventa evidente la sua competitività; fatica a fare un passo indietro quando battibecca con sua sorella, mentre nel pieno della battaglia si diverte a tormentare i suoi compagni, costringendoli a parlare con (e ringraziare) Redwing come se fosse un Avenger in carne ed ossa anziché un’arma meccanica. Non è un caso che Steve Rogers – dovendo appendere lo scudo al chiodo – scelga proprio Sam come nuovo leader, riconoscendo in lui il giusto equilibrio tra tenacia, empatia e moralità per ricoprire il ruolo. Un equilibrio perfettamente riassunto in un particolare dialogo tra Sarah e Sam stesso:
“There’s a fight out there and then there’s our fight here…and bro, you have taken them both on.”
“What would be the point of all the pain and sacrifice, if I wasn’t willing to stand up and keep fighting?”

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James Buchanan “Bucky” Barnes (Winter Soldier): Tassorosso

I primi tempi ad Hogwarts sono semplici per Bucky, che ha la fortuna di iniziare a frequentare la Scuola insieme al suo migliore amico d’infanzia, Steve. Desideroso di collezionare esperienze un po’ più variegate rispetto a quelle dell’amico però, finisce col frequentare cattive influenze che portano i due a separarsi per qualche tempo. Bucky si sente però ben presto a disagio a trascorrere le giornate scagliando Incantesimi della Pastoia ad ignari compagni o altre sciocchezze simili, per non parlare della stanchezza dovuta al recuperare i compiti a tarda notte per evitare l’ennesima Strillettera. Torna così da un estasiato Steve, abbandonando quelle cattive abitudini che non ha mai sentito sue.

Perché Tassorosso? Gran parte della storia di Bucky lo vede impersonare uno spietato assassino al servizio dell’Hydra, tuttavia non è possibile utilizzare quella porzione di azioni per valutare il suo Smistamento, in quanto ogni omicidio ed ogni azione criminale compiute in quegli anni rimangono esclusivamente conseguenza di un meticoloso ed inamovibile lavaggio di cervello. Prima di diventare un Super Soldato, Bucky era invece un valoroso membro dell’esercito americano, amico fraterno e vigile protettore di un ben più debole Steve: è lui a difendere il futuro Capitan America dai bulli, è lui che tenta di convincerlo a non arruolarsi, è lui che gli offre ospitalità quando rimane orfano e anche quando Steve dichiara di non averne bisogno perché può cavarsela da solo, Bucky risponde “Il fatto è che non devi farlo. Io sarò con te fino alla fine.” Quando il Siero lo priva di qualsiasi moralità, soltanto i ricordi dell’amicizia con Steve riescono a farsi strada nella sua memoria e a crepare la manipolazione di cui è vittima. Parzialmente libero, Bucky sceglie poi una vita solitaria proprio perché consapevole di non essere ancora completamente padrone della sua mente. Dopo l’attacco a Vienna a lui erroneamente imputato, confessa a Steve di non essere colpevole poiché “non fa più quelle cose”, così come tenta con tutta la sua volontà di non cedere quando Zemo pronuncia la sequenza che innescherebbe il Soldato d’Inverno. Anche quando realizza di essere l’assassino dei genitori di Tony, fugge dallo scontro, in parte proprio per timore di ferirlo irrimediabilmente, ma anche perché consapevole di essere a tutti gli effetti colpevole e non sarebbe stato giusto rischiare di eliminare Tony per un’ira indiscutibilmente giustificata. Steve stesso tenta di consolarlo dicendogli che è stato obbligato a compiere certe azioni, a cui Bucky risponde con “Lo so, ma l’ho fatto.” Lontano dagli effetti del Siero, la personalità di Bucky è quella di un ragazzo calmo, leale, desideroso di pace e redenzione, disposto a buttarsi nella mischia solo quando questi valori vengono minacciati. I suoi decenni da Super Soldato hanno certamente influenzato i suoi modi, ma non hanno mai scalfito la sua vera indole: quella del ragazzo esausto che si lascia andare ad un pianto liberatorio quando capisce di essere definitivamente libero dalla manipolazione dell’Hydra.

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Jonathan F. Walker (Capitan America/U.S. Agent): Grifondoro

John è un ragazzo desideroso di popolarità, ma tutto sommato anche di sinceri legami. La sua esuberanza rappresenta però un ostacolo a questo suo progetto. Intelligente quanto impulsivo, non importa quante partite di Quidditch e quanti punti faccia guadagnare alla sua Casa, non riesce a liberarsi del sospetto che tutti – a parte il suo migliore amico Lemar – tendano ad evitarlo. Fortunatamente questa delusione viene parzialmente colmata dagli innumerevoli successi accademici: primo della classe in tutte le materie, Prefetto e Caposcuola, nei momenti di particolare insoddisfazione e rabbia tende a vantarsi dei suoi successi sperando di provocare invidia, finendo però soltanto con l’allontanare i suoi compagni ancora di più.

Perché Grifondoro? È stato difficile analizzare la personalità di John in maniera obiettiva, poiché entra in scena esclusivamente per seminare scompiglio e solleticare disprezzo. Sarebbe stato facile soffermarsi su quell’atto cruento ed irrazionale che rappresenta il crocevia tra la sua identità di Capitan America e quella di U.S. Agent, ma non sarebbe stato coerente con il criterio secondo il quale assegniamo una Casa ad un personaggio.
John è un pluri-medagliato capitano dell’esercito americano, che ha sempre saputo distinguersi per la sua capacità di “prendere sempre la decisione giusta in battaglia”. I riconoscimenti professionali non gli hanno tuttavia fatto perdere la voglia di dimostrare le proprie capacità: nella sua primissima scena se ne sta seduto nello spogliatoio del suo vecchio liceo, a ricordare con nostalgia mista ad orgoglio la popolarità di cui godeva già ai tempi della scuola; confessa però al suo migliore amico di essere stanco di dover soltanto stringere mani e sorridere a politici ed autorità varie, “voglio soltanto fare il mio lavoro”. E ciò che ama del suo lavoro è proprio l’idea di far sentire al sicuro le persone. Nel privato, John è invece un marito affettuoso e presente, nonché un amico leale. Questa lealtà diventa purtroppo il suo punto debole quando il suo migliore amico di una vita, Lemar, viene accidentalmente ucciso davanti ai suoi occhi. A quel punto John non si è ancora adeguato agli effetti del Siero da Super Soldato, che – accentuando pregi e difetti dei soggetti che lo assumono – lo induce a scagliarsi brutalmente contro uno dei responsabili. Se ne pente istantaneamente e anche quando Sam e Bucky lo affrontano per sottrargli lo scudo, John – nel mezzo della lotta – domanda loro “Perché mi costringete a farlo? Potevamo essere un team.” Nonostante l’omicidio appena commesso, in lui si intravede quindi un certo rispetto per gli avversari, la speranza di poter appianare le divergenze anziché ingigantirle. Si unisce poi a loro nella battaglia finale contro gli Spezzabandiera, dove decide addirittura di rendersi vulnerabile e scoperto per tentare di mettere in salvo gli ostaggi intrappolati in un veicolo che sta per precipitare nel fiume. Insomma, è assolutamente palese che per quanto la sua eclatante spacconeria dia facilmente sui nervi a chiunque, John sia in realtà una persona che tenta di essere corretta anche nelle situazioni più intricate, ma talvolta preda dei suoi stessi difetti, come l’impulsività e l’orgoglio.

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Helmut Zemo: Serpeverde

Zemo è l’erede di una potentissima famiglia Purosangue e studente dalle mille risorse: carismatico, brillante, insuperabile in classe, ma non estraneo al divertimento. Preferisce estraniarsi dalle rivalità adolescenziali che altri membri della sua Casa amano alimentare, ma non sminuisce mai i propri principi quando viene interpellato. Al contrario di quel che il suo Smistamento e il suo albero genealogico potrebbero lasciar intendere infatti, Zemo non ha problemi a dichiarare di non credere nella supremazia Purosangue, una convinzione che lo isola totalmente dai suoi compagni di dormitorio.

Perché Serpeverde? Innanzitutto Zemo è un barone e non perde tempo per rientrare in quei panni appena evaso di prigione; inoltre è stato a capo dell’EKO Scorpion, una squadra militare segreta di assassini Sokoviana. Sfugge alla distruzione del suo paese d’origine per mano degli Avengers grazie ad una fortunata coincidenza… che purtroppo paga con la perdita di tutta la sua famiglia. Da quel momento mette in atto un contorto e – nonostante la crudeltà – geniale piano per costringere Steve, Tony e Bucky a scoprire la verità sulla morte di Howard e Maria Stark. Centinaia di persone perdono la vita nelle varie fasi del suo disegno di vendetta, tuttavia per Zemo non sono altro che un effetto collaterale necessario per raggiungere il proprio obiettivo. Per sua stessa ammissione, è un uomo paziente che non si scaglia nell’annientamento fisico dei suoi nemici poiché “uomini più potenti di me ci avevano provato”; sebbene consumato dalla vendetta, non si lascia accecare dalla rabbia e riesce ad attuare il suo piano in ogni minimo dettaglio, nonostante trascorrano lunghissimi mesi prima di poterne vedere la fine. Un lato interessante di lui – il quale, non fosse per la miriade di atti criminali da lui compiuti, lo porrebbe tranquillamente in Corvonero – è la coerenza con cui sostiene i propri principi: dopo essere evaso con l’aiuto di Sam e Bucky, scopriamo infatti che Zemo desideri la distruzione di quei Super Soldati di cui ha dovuto far uso in passato per vendicare la morte della sua famiglia. Riconosce infatti che siano un’arma troppo incontrollabile ed in questo trova un movente comune a quello dei suoi nemici. Tuttavia non fa di tutta l’erba un fascio: rivela infatti di riconoscere l’unicità morale di Steve, che il Siero non è mai riuscito a corrompere, mentre solleva Bucky da ogni colpa poiché lui altro non è stato se non un’involontaria arma caduta disgraziatamente nelle mani dell’Hydra. Rispetta Sam per la tenacia con cui si batte per ciò in cui crede, ma pone Steve e Bucky sullo stesso piano, senza lasciarsi influenzare dal fatto che rappresentino proprio quel tipo di combattente che lui vorrebbe cancellare. Ciò non li rende amici, tuttavia Zemo riconosce una forma di superiorità, di eccellenza in loro e li rispetta per questo.

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Karli Morgenthau: Serpeverde

Sebbene Karli sia di qualche anno più giovane di Zemo, l’antagonismo tra i due si infiamma sin dal primo incontro. La ragazza ama infatti intrattenere i suoi compagni in Sala Comune, decantando il potere dei Purosangue e rischiando consapevolmente di risvegliare pericolose ideologie. Karli è abbastanza astuta da non lasciar trapelare questa sua natura davanti ai Professori, consapevole anche di quanto Zemo sia determinato a smascherarla. Per questo si impegna seriamente nello studio e non ha problemi a relazionarsi con studenti di tutte le Case, al fine di mostrarsi educata, diligente e priva di apparenti pregiudizi agli occhi di chi potrebbe ostacolarla.

Perché Serpeverde? Karli ha molte cose in comune con Zemo e per certi versi anche con Thanos. Particolarmente acuta e capace di ragionare su due piedi, è la leader del movimento anarchico che prende il nome di Spezzabandiera. Questo movimento raduna alcuni anti-nazionalisti sopravvissuti allo Schiocco di Thanos e quindi testimoni dell’unità di cui tutte le politiche del mondo sono state capaci, nei cinque anni prima del Blip. Amareggiati dal trattamento riservato ai sopravvissuti dopo il ritorno delle vittime dello Schiocco, gli Spezzabandiera hanno come obiettivo quello di riportare il mondo a com’era prima della sconfitta definitiva di Thanos. Karli, come Zemo, è perciò un personaggio avvelenato dall’ingiustizia, motivato dalla vendetta, ma laddove Zemo cercava giustizia per se stesso, Karli si proclama invece vendicatrice di ben metà della popolazione mondiale. Come Thanos, è assolutamente convinta di star facendo del bene al pianeta e che la distruzione che semina sia semplicemente necessaria per eliminare gli ostacoli sul suo percorso. In un rarissimo confronto pacifico con Sam, lui stesso ammette di “condividere i suoi ideali ma non il modo in cui lei li porta avanti”. Per tornaconto personale si prende cura dei suoi alleati e li considera una famiglia, ma più di una volta dimostra come la sua vera priorità sia quella di mettersi in salvo, lasciando i suoi seguaci a sacrificarsi per lei se necessario. Proprio nel finale della serie diventa evidente quanto la sua missione sia più importante della sua stessa vita: i suoi fedelissimi vacillano infatti quando l’assolutismo e l’ossessione della loro leader diventano lampanti, ma loro – pur assecondando l’ideologia di Karli – non hanno alcuna intenzione di macchiarsi di delitti ingiustificati.

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