a cura di laurasoretta

Squid Game (오징어게임?, Ojing-eo ge-im, Ochingŏ keim, lett. “Il gioco del calamaro”) è una serie tv sudcoreana, scritta e diretta da Hwang Dong-hyuk. La trama, che si ispira alle disparità socio-economiche della Corea del Sud, fu scritta nel 2008, ma l’autore ebbe parecchie difficoltà a trovare un produttore, finché non catturò l’interesse di Netflix. Squid Game è stata pubblicata a Settembre 2021 e si è confermata come il più grande esordio tra le serie originali Netflix, battendo il record storico di Bridgerton.

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Seong Gi-hun (n. 456): Grifondoro

Gi-hun è un vero combinaguai e sua madre non riesce più a tenere il conto dei gufi che riceve a causa delle tante malefatte del figlio a scuola. Il passatempo preferito di Gi-hun è scommettere sulle partite di Quidditch ed accumulare debiti con i compagni Serpeverde, a causa delle sue continue sconfitte. Ma Gi-hun è conosciuto soprattutto per essere un compagno sempre disposto a darti una mano per ogni difficoltà, mettendo persino a rischio i punti della sua Casa o la sua – già poco rosea – carriera scolastica.

Perché Grifondoro? Se per molti partecipanti il diabolico Squid Game tira fuori il peggio di sé, per Gi-hun succede esattamente l’opposto: da perditempo lagnoso che ruba i soldi alla madre e ha il vizio delle scommesse, Gi-hun si trasforma in un esempio di moralità e fiducia. È quello che propone all’amico Sang-woo e gli altri di creare una squadra, come nell’esercito, per aiutarsi e proteggersi a vicenda ed è colui che, nel gioco del Tiro alla Fune, viene scelto come leader, quello da cui tutta la squadra deve trarre fiducia. E la “fiducia” diventa una costante per questo personaggio, il suo punto di forza e di debolezza, ciò per cui egli si batte fino alla fine, in opposizione alla visione più pessimistica di Il-nam. Gi-hun è il primo ad avvicinarsi all’anziano Il-nam quando tutti cercano di allearsi con i più forti, a tendere la mano a Sae-beyok, a ribellarsi alla violenza ingiustificata di Deok-su, sbalordito dalla più totale indifferenza delle guardie.
Gi-hun è testardo e, fino alla fine, sembra non voler accettare la crudeltà imposta dalle regole del gioco e cerca un modo per fare squadra e vincere insieme e, se non è possibile vincere insieme, è disposto persino a rinunciare a quella somma spropositata di denaro pur di salvare la vita all’altra persona. Gi-hun non si arrende mai alla crudeltà del gioco, non riesce a comprendere come qualcuno possa aver inventato qualcosa di così disumano, tanto da decidere di mettere fine a tutto quello. Anche quando potrebbe finalmente condurre una vita serena e agiata, decide di non chiudere gli occhi e di provare a fermare quella macchina spietata, perché non può sopportare che altre persone vivano ciò che ha vissuto lui.

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Cho Sang-woo (n. 218): Corvonero

Nato e cresciuto in un piccolo villaggio dove la gente insegnava ai propri figli la magia in casa, Sang-woo non solo è uno dei pochi a frequentare una vera Scuola di Magia, ma viene anche riconosciuto continuamente per i suoi meriti, rendendo orgoglioso l’intero paese. Sang-woo è un Prefetto ed uno degli studenti più brillanti di sempre. I professori, la famiglia e persino gli stessi compagni di scuola hanno delle altissime aspettative per il ragazzo, che di sicuro farà carriera al Ministero della Magia. Se solo riuscirà a tenersi lontano dalle Arti oscure…

Perché Corvonero? Sang-woo è un uomo brillante, colto ed intelligente, l’orgoglio del povero quartiere di Ssangmun-dong da cui proviene, colui che è riuscito ad emergere da quel contesto di povertà per raggiungere il successo. Si è laureato all’Università di Seoul ed è diventato un importante uomo d’affari, ma una serie d’investimenti sbagliati lo hanno portato sull’orlo del baratro. L’intelligenza di Sang-woo – di cui Gi-hun non smette mai di tesserne le lodi – emerge più volte durante i giochi, donandogli spesso la capacità di capire in anticipo il gioco o elaborare velocemente una strategia vincente anche nei momenti più disperati, come quando nel Tiro alla Fune consiglia alla sua squadra di fare tre passi avanti, nonostante sembri una mossa rischiosa. Inizialmente si mostra quasi come una guida per gli altri, dispensando loro consigli, come quando dice a Gi-hun di mettersi dietro qualcuno nel gioco di Un, due, tre stella, oppure quando consiglia ad Ali di nascondere la mano senza dita, per non sembrare debole.
Gradualmente, però, assistiamo ad un brutale cambiamento che lo porta a diventare un giocatore spietato. Tutte quelle azioni crudeli che si ritrova a compiere, però, non sono realmente parte della sua natura, ma frutto della più totale disperazione e della consapevolezza che solo così potrà arrivare alla fine. Quando Sang-woo accetta di stare al gioco, infatti, lo fa capendo realmente ciò che questo comporta e ne accetta totalmente le regole. Deve spegnere i sentimenti e non si illude – come Gi-hun – che si possa vincere in due o che ci sia un altro modo. Questa disperata rincorsa verso la vittoria non cela avidità per il denaro o per il successo, ma è l’unico modo che gli è rimasto per salvare sua madre dal fallimento. Anche nel gioco finale, Sang-woo dimostra di vedere sempre la strada più giusta per raggiungere il suo obiettivo, che stavolta non è quella della sopravvivenza, ma della morte: solo così potrà impedire a Gi-hun di compiere l’ennesima sciocchezza dettata dal cuore e affidargli il compito di aiutare la sua famiglia, al posto suo.

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Kang Sae-byeok (n. 067): Grifondoro

Quando Sae-byeok entra a Hogwarts non è affatto interessata a socializzare con i compagni di classe o a guadagnare punti per la sua Casa, ma il suo unico obiettivo è quello di imparare quanti più Incantesimi possibili per diventare una strega capace di difendere la sua famiglia. L’insopportabile ed insistente presenza di Gi-hun, che si rifiuta di lasciarla tranquilla quando la sorprende a rilassarsi nella Sala Comune di Grifondoro, comincerà ad aprirle gli occhi (e l’animo) verso una prospettiva diversa di quegli anni di studio e del mondo.

Perché Grifondoro? Sae-byeok è una ragazza forte e determinata, che porta il peso di una difficile situazione familiare. Decisa a tirar fuori il fratellino dall’orfanotrofio e a riunirsi con la madre catturata al confine nordcoreano, è disposta a far affari anche con persone poco raccomandabili pur di racimolare il denaro necessario, per poi finire con l’allontanarsi da loro per restare indipendente. Sae-byeok, infatti, non si fida di nessuno e, inizialmente, decide di non creare legami all’interno del gioco. Ma, come Deok-su le fa notare “Non importa quanto tu sia forte, qui non puoi vincere da sola” e, pian piano, Sae-byeok riesce a sciogliere quella corazza che ha imparato a costruirsi, per lasciarsi andare alla fiducia e a credere nel lavoro di squadra. E solo un altro Grifondoro come Gi-hun, testardo e altrettanto determinato a farle capire quanto sia importante fidarsi l’uno dell’altro, potrà aiutarla in questo cambiamento. Sae-byeok non condivide la stessa visione ottimistica del gioco di Gi-hun, ma per lei fidarsi l’uno dell’altro significa anche affidarsi a vicenda il proprio desiderio più grande: “Facciamoci una promessa. Se uno di noi due ne uscirà vivo, si occuperà della famiglia dell’altro.”

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Ali Abdul (n. 199): Tassorosso

Ali è di origini babbane e, quando entra a Hogwarts, crede di andare incontro ad un ambiente ricco di pregiudizi verso coloro che sono nati in famiglie non magiche. Ben presto, però, si renderà conto che – al di là di pochi studenti purosangue, per la maggior parte appartenenti alla Casa di Serpeverde – Hogwarts è un ambiente accogliente e senza discriminazioni, che predilige l’equità. Troverà, infatti, in Gi-hun e Sang-woo due ottimi compagni, disposti ad aiutarlo laddove qualcosa dovesse essere troppo nuova o incomprensibile per lui.

Perché Tassorosso? Nella strategia del Tiro alla Fune, Ali occupa la posizione del membro del gruppo “solido ed affidabile come l’ancora di una nave”. Ali è buono ed ingenuo, con una purezza d’animo assolutamente distante da quel gioco spietato in cui si ritrova. Lui non è lì dentro per qualcosa di sbagliato fatto al di fuori, ma è alla disperata ricerca di soldi per mantenere la sua famiglia, in quanto vittima dello sfruttamento di un datore di lavoro che non lo paga. Nel primo gioco, circondato da sangue e morte e con la paura che un qualsiasi movimento del suo corpo lo porterebbe alla morte, salva la vita di uno sconosciuto Gi-hun che sta per inciampare. Ali non lo conosce, non sa neanche che faccia abbia, ma sa semplicemente che quella caduta gli sarebbe fatale, così lo aiuta istintivamente – senza alcun interesse o ragione particolare e rischiando la sua stessa vita. Ma sarà proprio questa sua bontà ed ingenuità ad ucciderlo, alla fine. Al gioco delle biglie, infatti, si rifiuta di giocare contro la persona a lui più cara lì dentro e, ad un passo dalla vittoria, si lascia facilmente ingannare, perché spera davvero che esista un modo per salvare entrambi da quel triste destino.

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Oh Il-nam (n. 001): Serpeverde

Il-nam è uno stregone talentuoso, che sfrutta le sue doti magiche e la sua intelligenza per raggiungere un soddisfacente successo finanziario. Ricordando quanto fosse lieto e divertente il suo periodo ad Hogwarts al di fuori delle lezioni e delle regole, quando sperimentava con curiosità Incantesimi rubati dalla sezione proibita della Biblioteca, decide di riunire tutte le sue conoscenze delle Arti Oscure per divertirsi. Crea dunque un torneo spietato in cui il Quidditch e le Gobbiglie diventano giochi mortali, per mettere alla prova le abilità e la motivazione di studenti come Gi-hun e gli altri.

Perché Serpeverde? Il-nam è un ricco magnate della finanza che un giorno, annoiato dalla sua stessa ricchezza, decide di creare un gioco spietato per il puro divertimento suo e dei suoi clienti. Approfittando della disperazione di persone che vivono al limite, le usa come marionette per il suo spettacolo perverso, restando non soltanto indifferente alla loro sofferenza, ma provando un insano divertimento nel vederli sfidarsi e morire. Porta avanti questo gioco edizione dopo edizione, fino a quando non decide di parteciparvi lui stesso, per divertirsi ancora di più, alla ricerca di quelle sensazioni giocose ormai dimenticate. Il-nam è un uomo che, a causa dell’enorme potere detenuto nelle sue mani, ha ormai perso il valore della vita stessa ed una diagnosi di tumore al cervello non fa altro che ingigantire questa sua visione distante del mondo. La realtà diventa dunque un gioco, al quale – prossimo ormai alla morte – decide persino di prendere parte, calcolando strategicamente ogni sua mossa al suo interno, compreso il momento in cui dovrà uscire di scena. Questa sua visione ludica e la ricerca di una spensierata felicità infantile, creano come un contrasto tra quell’apparente tenerezza esterna ed un’inquietante interiorità vuota, dove la vita non ha valore e l’essere umano non merita pietà né fiducia.

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Ti piacciono le serie tv Netflix?

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