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I fan di Harry Potter concordano davvero su pochissimi argomenti, ma uno di questi è senz’altro la caratterizzazione a tutto tondo di ogni personaggio. Probabilmente è per questo motivo che siamo così affezionati alla Cerimonia dello Smistamento, perché assegnare una Casa non è semplicemente scegliere un colore o un personaggio preferito e schierarsi dalla loro parte, bensì si tratta di tuffarsi a capofitto in un’analisi psicologica e comportamentale senza fine dei protagonisti (e di noi stessi).
Questo è quello che facciamo noi quando ci troviamo a Smistare personaggi che non hanno nulla a che vedere con il Mondo della Magia e proprio da questa costante ed infinita analisi è nata l’idea di fare un passo indietro e riservare ai personaggi originali lo stesso trattamento che riserviamo ad altri fandom.
Tra contraddizioni e conferme, abbiamo selezionato quattro personaggi che a nostro avviso incarnano alla perfezione ogni singolo valore della loro Casa di appartenenza.
La Casa di Grifondoro non ha certamente bisogno di essere approfondita.
Se fate parte del fandom di Harry Potter ma appartenete ad una qualsiasi delle altre tre Case, avrete senz’altro scherzato almeno una volta (non sempre senza malizia) sul fatto che l’85% della saga sia ambientata all’interno della torre di Grifondoro. Niente in contrario: in fondo i libri sono intitolati ad un Grifondoro, figlio di Grifondoro amici di Grifondoro, con amici Grifondoro a loro volta figli di Grifondoro… E poi ce la prendiamo tanto con i Serpeverde e la loro ossessione per il sangue puro.
Nell’eleggere un Perfetto Grifondoro avremmo avuto l’imbarazzo della scelta, dunque: abbiamo Harry stesso, scelta scontata; Ron, il cui spirito Grifondoro sfocia letteralmente nel colore dei suoi capelli; Hermione, sempre sulla soglia della porta Corvonero, ma con quel mix di testardaggine e ribellione che le impedisce di oltrepassarla davvero; infine Neville, a suo modo l’inequivocabile eroe della saga, che estrae la Spada di Godric dal Cappello nel momento più significativo della sua arcata narrativa… ma comunque troppo tardi per guadagnarsi l’intestazione di questo articolo.
Per mantenere lo spirito delle analisi precedenti volevamo un personaggio che non avesse mai fatto dubitare del suo Smistamento. Piton, Newt, Luna… Tra tutti gli argomenti che i fan di Harry Potter sono stati capaci di mettere in discussione nel corso degli anni, non si è mai messa in dubbio l’appartenenza di questi tre personaggi alle rispettive Case, così come nessuno al di fuori di Albus Silente sia riuscito a conciliare coraggio, sicurezza, indulgenza e – non potete negarlo – stile così coerentemente, dalla giovinezza fino persino all’aldilà.
In qualsiasi situazione che richieda la nomina di un leader, il membro della squadra con più probabilità di vincere è sicuramente un Grifondoro: Silente è il fratello maggiore di una famiglia senza padre, popolare suo malgrado sin dal primo giorno ad Hogwarts, lo studente più brillante dei suoi anni e di molti a venire, Prefetto e Caposcuola, a capo del Wizengamot, corteggiato (e mancato) Ministro della Magia, fondatore dell’Ordine della Fenice e due volte condottiero del movimento di resistenza contro Lord Voldemort.
Come ci ricorda Hermione, “Finché Silente sarà qui, tu sei salvo. Finché sarà pronto ad aiutarti, tu non puoi essere toccato.“
La sua aura di autorità non è tuttavia completamente innata, bensì scaturisce da altri tratti Grifondoro preponderanti in lui.
Un Grifondoro è determinato tanto quanto un Serpeverde, seppure la maniera in cui le due Case scelgono di manifestare questa caratteristica non potrebbe essere più diversa. Silente è infatti il tipo di persona che semplicemente non accetta che gli eventi non seguano le sue previsioni e i suoi desideri. Il personaggio è spesso oggetto d’ironia proprio perché sembra fare tutto da solo, come vuole lui, quando vuole lui, senza dare mai ascolto a nessuno e per quanto questo aspetto sia ormai pesantemente caricaturizzato, si fonda su basi concrete. Dal racconto di suo fratello Aberforth scopriamo come in gioventù Albus – per quanto leale alla sua famiglia e ai suoi doveri – non tollerasse di essere incatenato alla banalità e monotonia di Godric’s Hollow; durante il Torneo Tremaghi affronta un personale disappunto quando tutta la sua premura nell’assicurare una competizione sicura ed indolore per gli studenti si rivela insufficiente ad ostacolare i Mangiamorte e il Signore Oscuro in persona; due anni dopo pretende addirittura di scegliere come morire.
Questa determinazione non è tuttavia esclusivamente narcisista e capricciosa. Si rivela anzi preziosa all’intero Mondo della Magia, innumerevoli volte. Silente vuole vincere, qualsiasi sia la sfida, qualsiasi sia la sua età, chiunque sia l’avversario e ciò richiede dedizione nell’analizzare le situazioni, ricercare soluzioni, sperimentare teorie. Il nome originale del personaggio deriva proprio da questa caratteristica: Dumbledore è infatti un nome alternativo (ora caduto in disuso) per il bombo, il cui ronzio ricordò a J.K. Rowling l’incessante movimento d’ingranaggi nella mente del Preside.
Per Silente le minacce non finiscono mai, ci sono sempre nuove prove in agguato all’orizzonte, da cui lui non si tira mai indietro, ma che non è nemmeno disposto a perdere. Mai.
Arriviamo quindi al valore Grifondoro più conosciuto: il coraggio.
Viene proprio da Albus uno degli insegnamenti più importanti ed universali dell’intera saga: “Occorre notevole ardimento per affrontare i nemici, ma molto di più per affrontare gli amici.” Perché il coraggio non è sempre porsi fisicamente davanti al cattivo della storia per far trionfare i buoni, il coraggio non è sempre brandire un’arma su un campo di battaglia, non è sempre la guerra e non è sempre affrontare il male.
Ovviamente Silente fa anche tutto questo e non a caso rimane l’unico uomo che i Signori Oscuri più spietati della storia abbiano temuto, anche all’apice del loro potere. Talvolta però – e molto più spesso – il coraggio sta nel cambiare le proprie priorità, cambiare idea, non addolcire la pillola e sopportare qualsiasi conseguenza che certe scelte comportino.
Silente sa bene quanta forza di volontà sia necessaria nel compiere la scelta “tra ciò che è giusto e ciò che è facile” e c’è qualcosa di estremamente poetico nel fatto che “il bene superiore” sia movente al tempo stesso dei suoi errori e delle sue vittorie.
Il giovane Silente non tollera di doversi rintanare a Godric’s Hollow quando potrebbe starsene là fuori nel mondo a lasciare che la sua genialità dia i suoi frutti, tuttavia tiene fede ai suoi doveri di fratello maggiore perché sa quanto la sua famiglia abbia bisogno di lui; in un momento di particolare impazienza – non dimentichiamo che i Grifondoro sono noti anche per la loro impulsività – Silente non riesce a tenere a freno i suoi sogni di gloria, il suo desiderio di trionfo dopo anni di abnegazione per i suoi fratelli e a farne le spese sono proprio Aberforth ed Ariana. Quell’errore egoista diventa lo spartiacque definitivo tra una gioventù stupidamente rancorosa ed una maturità meno irruente, ma lucidamente valorosa.
Non è un caso che Grifondoro sia la Casa rossa: come una fiamma che non si affievolisce mai e che funge da faro per i meno tenaci, come la passione che guida ogni loro azione, ma anche come il cuore che un Grifondoro non perde mai di vista.
Il Cappello Parlante, infatti, menziona sempre nobiltà e cavalleria quando canta dei Grifondoro e nonostante Silente non possa vantare un’anima candida, impara a sue spese gli impareggiabili effetti dell’incantesimo più potente del mondo: l’amore.
Come già detto, l’affetto per i suoi fratelli lo convince a ritardare i suoi piani di gloria, come il dolore e il senso di colpa per aver causato la morte di sua sorella lo costringono ad affrontare la pericolosità ed inutilità della sua ambizione; è l’unico ad essere a conoscenza dell’amore di Piton per Lily e di conseguenza l’unico a fidarsi ciecamente di lui, perché conosce il potere di quel sentimento; è un Preside attento, senz’altro strampalato, ma comprensivo e disponibile anche contro la volontà dei suoi studenti e – nonostante Aberforth e una valanga di meme su internet non concorderanno – vuole davvero bene a Harry. Se gli cela la verità sul suo destino è soltanto per via di quel coraggio e di quella determinazione che lo aiutano a comprendere come non ci sia alternativa.
Essere un Grifondoro richiede dilagante integrità, per riuscire sempre a bilanciare istinto e moralità.
Silente avrà sicuramente commesso più errori di chiunque altro, ma è proprio nello sbagliare che ha colto l’opportunità di migliorarsi, diventando un’irrinunciabile e pressoché infallibile guida.
Prima di Neville, prima di Hermione, prima dell’Ordine, Harry non avrebbe mai potuto sperare di vincere senza Silente… il che è esattamente il genere di obiettivo di cui un Grifondoro si vanterebbe fino alla morte ed oltre.
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