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The Avengers è uno dei film del media franchise Marvel Cinematic Universe, che ha come protagonisti i supereroi dei fumetti Marvel. L’MCU include un gruppo di 23 film (+14 in fase di sviluppo) ed altre serie tv, cortometraggi, serie digitali e fumetti. Il primo film del franchise è stato Iron Man, pubblicato nel 2008, che ha dato il via poi a quella che è stata soprannominata “Saga dell’Infinito”.

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Steven Grant Rogers (Capitan America): Tassorosso

Steve è un ragazzo che dà subito nell’occhio per i suoi modi galanti e vagamente antiquati. Non viene mai beccato con la divisa sgualcita o la cravatta allentata e non fa mai perdere neanche un punto alla sua Casa perché sceglie sempre la strada della diplomazia. La sua più grande particolarità è tuttavia la sua inspiegabile passione per le lezioni di Storia della Magia: mentre tutti i suoi compagni si assopiscono sui banchi, lui riesce non solo a rimanere perfettamente vigile, bensì a sorprendere il professore partecipando attivamente alla spiegazione.

Perché Tassorosso? In origine, Steve è un ragazzino gracile e patriottico, che soffre a non potersi battere in prima linea per difendere i suoi ideali e la sua nazione. Una serie di circostanze gli consentono di lasciarsi alle spalle gli ostacoli che il suo aspetto fisico gli ha sempre presentato, venendo selezionato per un progetto governativo top-secret tramite il quale acquisirà la forza fisica che lo contraddistingue come Capitan America. Steve riesce a scavalcare soldati ben più predisposti ed addestrati di lui, proprio grazie al fatto di non essere “un soldato perfetto, ma un uomo giusto”, a cui non piacciono i bulli, “da ovunque essi provengano”. Steve è un uomo d’altri tempi (inevitabilmente), diplomatico, mai vittima dell’istinto, l’uomo a cui tutti guardano nei momenti più disperati perché capace di infondere placidità e tenacia al tempo stesso: un bilanciamento perfetto per la più impulsiva Natasha, un idolo per il novello Scott, ammirato da un infastidito Tony che a volte – segretamente – vorrebbe possedere la sua fiducia nel mondo.
La scissione degli Avengers viene causata proprio da uno scontro morale tra Steve e Tony: il primo è infatti sempre disposto a proteggere gli innocenti, ma teme la sottomissione al governo americano che – per priorità politiche – potrebbe costringerlo a sacrificare chi non merita di essere sacrificato; allo stesso tempo niente potrebbe mai convincerlo ad abbandonare il suo amico fraterno Bucky, anche se schierarsi con lui porterà a galla un segreto destinato a ferire irreparabilmente Tony. Cosciente di non poter fare nulla per risanare il loro legame, Steve esce di scena assumendosi ogni colpa, ma proprio nella lettera che scrive a Tony dopo aver abbandonato definitivamente gli Avengers, sono racchiusi tutti i motivi per cui Capitan America sia inequivocabilmente Tassorosso: “qualunque cosa accada – te lo prometto – se hai bisogno di noi… se hai bisogno di me… io ci sarò.” Una promessa mantenuta poco tempo dopo, senza compiacimento, senza “te l’avevo detto”. Una promessa mantenuta nel nome della lealtà e della giustizia.

Leggi l’approfondimento Perché il primo Avenger non è Grifondoro

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Anthony Edward “Tony” Stark (Iron Man): Serpeverde

Tony discende da un’importantissima dinastia di fabbricanti di bacchette magiche e quando arriva ad Hogwarts è serenamente certo di essere già mille passi avanti ai suoi coetanei. Per padroneggiare l’arte della fabbricazione di bacchette – sostiene lui – bisogna possedere una profonda conoscenza di tutte le sfaccettature della Magia e lui – ambizioso già da una tenerissima età – ha fatto in modo di assorbire quante più nozioni possibili ben prima di ricevere la sua lettera d’ammissione.

Perché Serpeverde? Gli eventi di Endgame potrebbero quasi sbilanciare Tony verso Grifondoro, tuttavia il coraggio di quel singolo sacrificio non può spazzare via del tutto il suo passato. Tony è fieramente egocentrico, orgoglioso della sua eredità, dell’impronta materiale che il suo nome ha lasciato nel mondo, sebbene per lunghissimo tempo quell’impronta abbia favorito guerre e distruzione. Soltanto quando gli obiettivi del suo impero gli si ritorcono contro, Tony decide di invertire la rotta delle Stark Industries, mirando a combattere il terrorismo di cui è stato personalmente vittima. Per niente estraneo ai rancori, Tony cela il rimorso del turbolento e distante rapporto con il defunto padre, senza riuscire mai davvero a risolverlo e tuttavia senza lasciarsi mai sommergere da esso. In ogni fase della sua vita tiene ben presente i propri obiettivi e non c’è sentimentalismo che possa farlo vacillare, né essere umano che possa persuaderlo a cambiare idea. Questo non significa che Tony sia impulsivo, semplicemente la sua superiorità intellettuale unita alla sua indifferenza emozionale gli consente di elaborare ogni situazione celermente e con efficiente freddezza.
È profondamente innamorato di Pepper, ma nemmeno questo gli basta a mettere se stesso in secondo piano. Nonostante le continue, preoccupate richieste della moglie, lei stessa deve ammettere che “cercare di farti smettere è stato uno dei pochi fallimenti di tutta la mia vita.” Dopo lo scioglimento degli Avengers scopre una forza motrice nel suo affetto per Peter e Morgan, tuttavia Tony non muove mai un passo che non sia stato suggerito da Tony stesso: anche quando Steve, Scott e Nat lo informano di aver trovato un modo di riparare alla vittoria di Thanos e quindi riportare indietro Peter, Tony non acconsente ad aiutarli prima di aver fatto i conti con ciò che lui desidera davvero.

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Natalia Alianovna “Natasha” Romanoff (Vedova Nera): Grifondoro

Nat si trasferisce ad Hogwarts da Koldovstoretz, la Scuola di Magia russa, dopo essere stata adottata da una famiglia britannica. Il cambiamento, unito al suo atteggiamento scontroso, le impedisce inizialmente di crearsi dei legami. La situazione migliora fortunatamente quando Nat nota tre studenti Tassorosso – Steve, Bruce e Clint – particolarmente in difficoltà durante le lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure, in cui lei invece eccelle senza sforzi. Le occorrono alcune settimane perché si decida ad offrire il proprio aiuto ai suoi compagni, ma il desiderio di farsi degli amici le conferisce tutto il coraggio di cui ha bisogno.

Perché Grifondoro? Natasha è senza dubbio il collante della squadra. Temprata da un’infanzia dolorosa e solitaria che per lungo tempo la confina in un tunnel di criminalità troppo angusto anche per la più caparbia delle speranze, Nat riesce comunque a non rinunciare al suo cuore. Per autoconservazione è costretta a non mostrarlo mai, tuttavia Clint – inizialmente inviato ad eliminarla – riesce a percepire il buono in lei e le offre di unirsi allo S.H.I.E.L.D.
“Non avevo niente prima, poi è arrivato questo… questo lavoro, questa famiglia.”
Nat – crudelmente privata della possibilità di avere una famiglia sua – fa degli Avengers la sua ragione di vita, nell’eterno tentativo di redimersi dal dolore che è stata costretta ad infliggere in passato. È un’amica preziosa, sempre pronta a tendere una mano, sia essa per aiutare o per sferrare un colpo ben assestato quando gli amici scadono nell’autocommiserazione o nella stupidità. Nel tentativo di recuperare la Gemma dell’Anima su Vormir, Nat si lancia in uno scontro fisico proprio con il suo migliore amico Clint, che vorrebbe sacrificarsi al posto suo per compiere la missione; Nat sa bene, tuttavia, che Clint abbia ancora troppe cose per cui vivere, che lui è lì proprio grazie al desiderio ed il bisogno di ritornare a vivere quelle cose, mentre per lei quel sacrificio significherebbe il raggiungimento di tutto ciò che abbia rincorso nella vita: “ho desiderato solo riportare tutti indietro.” Potrebbe sembrare un istinto autolesionista, ma semplicemente Natasha non ha paura di fare l’impossibile per salvare i suoi amici, la sua famiglia, il mondo intero. Nonostante si schieri contro Steve riguardo alla firma degli Accordi, Nat è presente al funerale di Peggy Carter perché “non volevo che stessi solo”. Tenace ed ostinata, ma anche premurosa, Nat c’è sempre, anche quando sarebbe comprensibile per lei fare un passo indietro.

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Robert Bruce Banner (Hulk): Tassorosso

Bruce è uno studente perfetto, diligente, curioso, strabiliante nel completare qualsiasi pozione alla perfezione, in grado di immagazzinare un’infinita quantità di nozioni teoriche, fin troppo dirompente in Difesa… ma soprattutto particolarmente sfortunato in Trasfigurazione. Non si contano le volte in cui è costretto a lasciare l’aula con evidenti segni di un incantesimo andato storto e questa vergogna lo porta spesso ad isolarsi dai suoi compagni, per evitare imbarazzo a se stesso come a loro. Sarà l’amicizia con Natasha ad aiutarlo nell’affrontare questo ostacolo e a porvi definitivamente rimedio.

Perché Tassorosso? Bruce è un uomo di scienza che certamente solleticherebbe la curiosità di Cosetta Corvonero, ma per quanto preponderante sia la sua intelligenza, non è la curiosità a guidare le sue azioni.
Bruce non accetta la sua mutazione e trascorre lunghissimi anni a studiare come cancellarla, come annientare Hulk e rimanere soltanto Bruce, perché Hulk rappresenta una minaccia troppo grande per l’incolumità di chi gli sta intorno. Certamente il suo alter-ego costituisce anche un’arma molto efficace contro i nemici, tuttavia rimane un’arma incontrollabile, di cui risaltano – agli occhi di Bruce – più pericoli che vantaggi.
Bruce si costringe ad una vita pressoché solitaria perché qualsiasi tipo di stress potrebbe risvegliare Hulk, ma non è un uomo solitario per piacere o volontà; appena riesce a tenere sotto controllo la mutazione, si riunisce volentieri agli Avengers perché sa di poter finalmente stare vicino ai suoi amici senza fargli del male.
Quando Asgard viene sterminata, Bruce cerca immediatamente Tony per metterlo in guardia dalla minaccia di Thanos; in quel momento viene a sapere dello scioglimento degli Avengers, ma quando percepisce l’orgogliosa riluttanza di Tony nel chiedere aiuto a Steve, Bruce risponde come un genitore che rimprovera il figlio per un inutile capriccio: “Tony, stammi a sentire… Thor non c’è più e Thanos sta arrivando, non importa con chi parli o non parli.”
Possiede una personalità profondamente altruista e mansueta, è sempre attento agli stati d’animo dei suoi compagni ed è sempre pronto ad ascoltarli e ad offrir loro conforto.

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Thor Odinson: Grifondoro

Thor è il primogenito dell’amatissimo Ministro della Magia in carica ed è fermamente convinto di avere una brillante carriera assicurata, praticamente per diritto di nascita. Per questo motivo, quando arriva ad Hogwarts, si concentra maggiormente sul torneo di Quidditch o sulle frequenti, piccole risse da cui non sa proprio tenersi alla larga. Al terzo anno suo padre gli nega persino il permesso di visitare Hogsmeade, nella speranza che la punizione lo sproni a lavorare per ottenere ciò che desidera. Sebbene l’effetto non sarà immediato, Thor scoprirà una sincera vocazione per la carriera da Auror, per cui si deciderà a correggere la propria rotta.

Perché Grifondoro? Thor nasce sotto una stella fortunata che lo consegna ad un destino di potere e popolarità. Legittimo erede al trono di Asgard, infallibile guerriero ed evidentemente presuntuoso, dà per scontato che nella vita tutto gli sia dovuto e che ogni sua decisione sia insindacabile. Tuttavia suo padre Odino disapprova l’eccesso di ego e la sconsideratezza del suo primogenito e lo punisce privandolo di tutti i suoi poteri e confinandolo sul pianeta Terra. Il castigo sortisce l’effetto sperato: Thor – pur mantenendo una notevole dose di impulsività e sicurezza di sé – impara a scegliere le sue battaglie, a misurare la spietatezza e a giocare in squadra anziché ergersi costantemente su un piedistallo. Abituato a non fallire mai, si sente principale responsabile della caduta di Asgard e della vittoria di Thanos e perde se stesso completamente, incapace di affrontarsi, di guardarsi allo specchio con la venerazione di prima. All’improvviso non gli importa più del suo aspetto, del suo potere, del suo destino e si crogiola nella sua depressione per lunghi anni. Anestetizza il suo dolore con alcol e videogiochi, ma basta sentir pronunciare il nome di Thanos per riaccendere in lui il desiderio di riscattarsi, di riparare alla vergogna più grande della sua vita.

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Clinton Francis Barton (Hawkeye): Tassorosso

Clint nasce Babbano, ma non si lascia scoraggiare dalle lacune a cui è destinato ad andare incontro ad Hogwarts. Si tuffa con una certa determinazione negli studi, scoprendo presto di non essere l’unico a covare certi timori. Tuttavia Clint scopre presto di essere anche particolarmente portato per alcune materie, di non essere del tutto negato come credeva. Con il tempo stringe solide amicizie con membri di tutte le Case, alcuni più impulsivi e scavezzacollo di altri; non ha problemi a fare un passo indietro quando sente che la situazione stia diventando inutilmente problematica per i suoi gusti, ma i suoi compagni sanno sempre dove trovarlo quando è necessario placare gli istinti.

Perché Tassorosso? Clint è il più sottovalutato – e spesso sottodimensionato – degli Avengers. Non possiede poteri soprannaturali, né è stato soggetto a mutazioni genetiche. Affronta gli avversari armato semplicemente di arco, frecce e il suo talento per le arti marziali, tuttavia non si chiama mai fuori dal proteggere gli innocenti.
Viene inviato dallo S.H.I.E.L.D. ad uccidere Natasha, una spia troppo abile e spietata per poter essere ignorata, tuttavia lui non porta a termine la missione. Coglie in lei un latente rimorso per gli errori che ha dovuto commettere e le offre di unirsi a lui, di unirsi allo S.H.I.E.L.D. per mettere finalmente il suo addestramento al servizio del bene. I due instaurano un rapporto talmente stretto e confidenziale da rendere Natasha l’unica persona oltre a Fury ad essere a conoscenza della segreta famiglia di Clint, da sempre nascosta in un casolare in Missouri per assicurarsi che nessun nemico possa usare sua moglie Laura e i suoi figli per fare del male a lui. Per loro, Clint decide di ritirarsi dagli Avengers, nonostante il suo senso del dovere gli impedisca più di una volta di rendersi cieco alle minacce che incombono sul pianeta. Ogni misura che abbia mai adottato per proteggere la sua famiglia diventa tuttavia inutile al momento dello schiocco di Thanos, quando Laura e i ragazzi vengono cancellati dall’esistenza nonostante non siano nemmeno a conoscenza della battaglia che sta avvenendo a chilometri e chilometri da loro. Solo in quel momento Clint si abbandona alla rabbia e al dolore, trasformandosi coscientemente in uno spietato assassino, momentaneamente incapace di ritrovare la speranza. Rimpiangerà questa scelta per tutta la vita, nonostante tenti di redimersi sacrificandosi al posto di Nat e nonostante partecipi attivamente alla lotta che vedrà Thanos definitivamente sconfitto. Forte ma riflessivo, col cuore spesso diviso tra tutti i principi e i legami a cui dà così importanza, Clint è necessario alla squadra per bilanciare gli animi. Si rende perfettamente conto di non poter fare un’enorme differenza in battaglia ed è per questo che domanda a Laura se lei creda che gli Avengers abbiano bisogno di lui; lei risponde semplicemente di sì, anche se – confessa – la cosa la spaventa ancora di più perché “they’re a mess”. A questa constatazione, Clint risponde con fraterna rassegnazione: “I guess they’re my mess.”

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Nicholas Joseph Fury: Corvonero

Nick proviene da una famiglia di Auror, eredità che lo rende schivo e cinico nei confronti del prossimo, molto presto. Ad Hogwarts non nega necessariamente aiuto ai compagni, tuttavia gli altri studenti sono spesso restii nel farsi aiutare da lui. Infatti Nick (anzi, Fury come pretende che tutta la scuola lo chiami) non ama affatto ripetersi e i suoi compagni sviluppano un certo timore nel chiedergli consiglio durante la stesura di una pergamena, poiché se la spiegazione di Fury non risultasse immediatamente chiara, la reazione del ragazzo potrebbe far precipitare la conversazione a livelli d’imbarazzo inquantificabili.

Perché Corvonero? Fury è il capo dello S.H.I.E.L.D., un mentore ed una guida per gli Avengers, sia come squadra che come individui. Nonostante non si lasci mai andare ad alcuna dimostrazione d’affetto e rimanga sempre molto pragmatico nel comunicare con i suoi sottoposti, riesce ad instaurare un rapporto di profonda stima con ognuno di loro. Si fida di pochissimi, ma è impossibile non affidarsi a lui.
Ideatore dell’Iniziativa Avengers, è chiaro che veda nella diversità – specialmente quella che più spaventa le menti più semplici – un punto di forza, addirittura un’arma, al punto di scovare ed unire più individui con peculiari potenzialità per difendere il pianeta dalle minacce più impensabili.
Sperimenta le scienze e discipline più disparate, come quando decide di riportare in vita Phil Coulson e sebbene il suo intero operato dimostri la sua sincera e profonda attenzione per il benessere della Terra e dell’umanità, rimane disinteressatamente solitario.

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Loki Laufeyson: Serpeverde

Loki è il fratello adottivo di Thor, un dettaglio che insabbierebbe volentieri date le personalità diametralmente opposte dei due. Purtroppo per lui però, Thor è invece assolutamente fiero di mettere l’intero Castello al corrente della loro parentela e questo getta inizialmente un velo di freddezza nella Sala Comune Serpeverde. Con il tempo però, Loki si dimostra fin troppo brillante ed affascinante per venire ignorato e nonostante nei corridoi rimanga l’ambiguo fratellastro di Thor, trova nei suoi compagni di Casa un rifugio dai pregiudizi esterni.

Perché Serpeverde? Loki trascorre tutta la sua vita nell’ombra del fratello Thor, consapevole di non poter ascendere al trono di Asgard a causa sua e segretamente invidioso di ciò. Loki si ritiene infatti una scelta migliore, evidentemente più intelligente, più strategico laddove l’impulsività e l’egocentrismo di Thor non fanno che creare danni. Si disinteressa completamente delle tecniche di battaglia in cui il fratello eccelle così fastidiosamente e sceglie invece di approfondire l’arte della stregoneria propria della madre, l’unica persona a cui Loki sia sinceramente legato.
Odino gli confessa molto tardi quale sia in realtà la sua vera identità e sebbene scoprire di non essere un vero Asgardiano rappresenti finalmente una spiegazione al perché Loki si sia sempre sentito così diverso, la confessione del padre adottivo non fa che accrescere il rancore di Loki verso l’uomo che gli ha mentito da quando era in fasce. Tutti questi eventi covano in lui manie subdolamente distruttive, che finiscono col spingerlo consapevolmente verso la malvagità. Letteralmente dio dell’inganno, approfitta più volte delle debolezze di Thor – particolarmente il suo bisogno d’approvazione e la sua testardaggine – per trasformare il fratello in una personalissima ed efficiente pedina.

Leggi lo Smistamento di Loki (serie tv 2021)

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